Con un trio di grandi interpreti, Giuliana Lojodice, Pino Micol e Luciano Virgilio il Teatro dell’Aquila di Fermo ospita mercoledì 28 e giovedì 29 marzo con Così è (se vi pare) di Luigi Pirandello con la regia di Michele Placido, l’ultimo appuntamento della stagione di prosa promossa da Comune di Fermo e AMAT e realizzata con il contributo della Regione Marche e del Ministero pe ri Beni e le Attività Culturali.
Definita da Pirandello “parabola in tre atti”, in Così è (se vi pare) l’argomento è la verità, invano cercata concitatamente da tutti i personaggi dall’inizio alla fine, invano affermata e contraddetta in un intrecciarsi di ipotesi senza sbocco, sì da condurre naturalmente lo spettatore a considerarne la relatività. È, in sostanza, una satira filosofica, sapientemente concepita, svolta in modo leggero e divertito, che evidenzia il malsano desiderio di conoscere i fatti altrui. C’è in questa impostazione una evidente intenzione umoristica che è ben riuscita e raggiunge il suo effetto con estrema naturalezza; ma c’è anche la volontà di sostenere che a qualunque livello la verità, qualunque verità, risulta contraddittoria ed inconoscibile. E quanto più evidente è la differenza tra il salottiero rovello per conoscere i fatti privati degli altri e la ricerca della verità come assillo insito in ogni uomo, tanto più, per contrasto, risulta efficace la tesi che Pirandello vuol dimostrare, affidata alla consapevolezza ironica di Lamberto Laudisi, che emerge dalla corale insipienza e alla rivelazione finale della Signora Ponza, di grande effetto scenico, ideologico ed umano.
Singolare è il comportamento del signor Ponza, di sua moglie e della suocera, signora Frola, tale da scatenare la morbosa curiosità del gretto ambiente di provincia nel quale sono andati a vivere da poco tempo. Si indovina un dramma della follia che ella riusciva a tenere nascosto ad occhi indiscreti, recitando pietosamente la duplice parte per i due suoi cari. Nessuno potrà mai sapere chi dei due è pazzo. La sua esistenza è votata ad un grande sacrificio; lei, per se stessa, è nessuna ed esiste nella maniera in cui è creduta dal marito e dalla signora Frola; nella maniera in cui ciascuno vorrà crederla. La signora Ponza, con questa sua finale apparizione, così sapientemente preparata, così a lungo alimentata dalla curiosità comune, riesce ad apparire come simbolo della verità che ognuno può credere a modo suo ed essere, nello stesso tempo, il più umano dei personaggi in cui si riflette la pietà di Pirandello per la follia e la solitudine. In quest’opera Pirandello fa convergere l’attenzione degli spettatori non sullo svolgimento di un fatto, ma sul fluttuare e rimutarsi e smarrirsi del giudizio degli uomini attorno a questo fatto.
I costumi dello spettacolo – prodotto da L’isola trovata – sono di Sabrina Chiocchio, le scene di Carmelo Giammello.
Informazioni e biglietti: biglietteria del Teatro 0734 284295, AMAT 071 2072439, www.amat.marche.it.
Inizio spettacolo ore 21.